Ascolto di musica n°66  Pierre Schaeffer
Ascolto di musica n°66 Pierre Schaeffer

Ascolto di musica n°66 Pierre Schaeffer

Pierre Schaeffer (1910-1995): il padre della musica concreta

“Ascoltare significa prestare attenzione a tutto ciò che suona.”
Pierre Schaeffer

Con Pierre Schaeffer, il treno che passa, lo scricchiolio della carta, il soffio del vento diventano materia sonora, un invito ad ascoltare in modo diverso.


Prima di tutto, devo chiarire una confusione in cui sono caduto anch’io: la musica concreta non si realizza dal vivo con oggetti quotidiani o strumenti usati in modo non convenzionale per organizzarli e creare un discorso musicale.

Questi oggetti vengono registrati e successivamente lavorati, sezionati in laboratorio, per costituire una banca di “oggetti sonori” che poi vengono utilizzati nelle composizioni musicali. Queste prime ricerche avevano origine da corpi sonori “concreti” ricchi di vibrazioni di origine acustica. Solo alcuni anni dopo si aggiunsero suoni di origine elettroacustica.

Il modo migliore per introdurre il lavoro di Schaeffer potrebbe essere questo estratto di un’intervista sulle “Variazioni su un flauto messicano” (intervista in francese):


Ed ora, alcuni aspetti delle sue realizzazioni:

  • Introduzione alla musica concreta: Studio sui treni – L’uccello RAI – Variazioni su un flauto messicano (1948-49)
  • Orfeo, in collaborazione con Pierre Henry (1953)
  • Studio sugli oggetti (1959)

Figura imprescindibile della creazione musicale del XX secolo, Pierre Schaeffer non si considerava un compositore, ma un ricercatore. Abbandonò rapidamente la denominazione “musica concreta” a favore di “musica sperimentale”. Era consapevole che le sue ricerche avrebbero contribuito all’emergere di un altro tipo di musica, parallelamente a un altro sguardo sui suoni e i rumori.

Pierre Schaeffer (1910-1995) fu ingegnere, ricercatore, teorico, compositore e scrittore francese.
Fu anche uomo di radio, fondatore e direttore di numerosi servizi.

Per maggiori informazioni sui titoli seguiti da *, consultare “Per saperne di più …”

Che cos’è la musica concreta?

Decisamente acustica, la musica concreta cerca il suo materiale nei corpi sonori, i cui suoni vengono catturati con microfoni e generalmente manipolati dopo la registrazione: sia meccanicamente (attraverso il montaggio o la variazione della velocità di lettura), sia elettricamente (mediante filtraggio dello spettro delle frequenze e amplificazione).

La musica concreta non è musica elettronica, poiché quest’ultima produce suoni artificialmente e non esistenti in natura. Tuttavia, nel XX secolo si crea un forte legame tra questi due movimenti, con opere musicali che utilizzano tecniche proprie di entrambi i generi. Si tratta della musica acusmatica.

Perché Pierre Schaeffer diceva che la musica concreta “non era musica”?

Pierre Schaeffer ha inventato la musica concreta non come uno stile, ma come una sperimentazione dell’ascolto. Voleva porsi la domanda: “Cos’è la musica se non si lavora più su note scritte, ma su suoni registrati?”

Dopo le sue prime opere, constatò:

  • Che molti pezzi concreti restavano collage di suoni senza un linguaggio musicale chiaro.
  • Che a volte mancava una struttura emotiva e poetica che collegasse i suoni.
  • Che questa ricerca era appassionante, ma non sempre produceva ciò che lui considerava “musica”.

“Quello che ho fatto non era musica, era una ricerca che poneva la questione della musica.”
Pierre Schaeffer

Per questo motivo preferì continuare a riflettere e insegnare l’ascolto, lasciando ad altri compositori il compito di proseguire la musica concreta in direzioni artistiche differenti, tra cui uno dei suoi primi collaboratori: Pierre Henry.


Il catalogo delle composizioni di Pierre Schaeffer è piuttosto ridotto e, con il senno di poi, le sue opere non sono destinate ad essere ascoltate come opere musicali compiute.
Tuttavia, restano molto interessanti da conoscere, ecco perché te le propongo qui:

Podcast *
Vi consiglio vivamente di leggere gli affascinanti testi di questo podcast, che è disponibile in italiano come link PDF.


Studi sul rumore (1948)  (1948) *

00:00 Studio sui treni – treni 02:53 Studio sui tornelli – trottole e percussioni 04:52 Studio viola – pianoforte registrato per Schaeffer da Boulez 08:12 Studio nero – pianoforte ri-registrato per Schaeffer da Boulez 12:11 Studio patetico – pentole, chiatte, canto, discorso, armonica, pianoforte

Variazioni su un flauto messicano (1949)

Questo brano mi sembra il più chiaro per comprendere il lavoro di Schaeffer: in questa registrazione non utilizza altro che le prime 8 note del flauto. Passate in laboratorio, ne estrae tra l’altro gli attacchi, materia percussiva, gioca con la velocità, le sovrapposizioni, ecc.

L’uccello RAI (1949)

Suite per 14 strumenti (1949)

I. Preludio

II. Courante-roucante

III. Rigodon

IV. Vagotte-gavotte

V. Sphoradie

Suite dei 5 movimenti

Orfeo 53 (1953)

Orfeo 53, in collaborazione con Pierre Henry, “Opera concreta” per tre voci, clavicembalo, violino e nastro, 1953.
I. Prologo – [01:15] II. Prima aria di Orfeo – [03:17] III. Primo recitativo di Orfeo – [06:37] IV. I mostri [10:00] V. Sfilata di Euridice – [13:24] VI. Dibattito di Orfeo – [18:39] VII. Rottura finale


Studio sugli oggetti Parti 1-5 (1959) *

0:00 Oggetti esposti 3:37 Oggetti estesi 6:35 Oggetti moltiplicati 9:40 Oggetti collegati 12:50 Oggetti riuniti

L’oggetto musicale

L’esperienza musicale fu una serie di 6 trasmissioni radiofoniche, intervista in francese.
Ecco una sequenza radiofonica tanto gioiosa, grazie al dialogo tra Schaeffer e la sua interlocutrice, quanto… indigesta, per la complessità e la quantità di spiegazioni. Per comprenderla bene, sarebbe necessaria una decina di ascolti!

Solfeggio dell’oggetto sonoro (1967) *

Complemento sonoro al Trattato degli oggetti musicali.
Prologo: i quattro elementi del solfeggio – Pierre Schaeffer, voce narrante.
Trovare la cui traduzione italiana è disponibile come link in PDF.nella sezione “Per saperne di più …”


L’angolo degli ascolti comparativi…

Bidule en ut (1950)
Bilude (1979)
“Studio sui treni”

Versione originale del 1948 di Pierre Schaeffer

Versione rivisitata nel 2011 da Pierre Borel (sax) e Hannes Lingens (percussioni e oggetti)
Video della performance.


Per saperne di più …

Elementi biografici di Pierre Schaeffer attorno a “Cinque studi di rumori” e “Studio sugli oggetti”.

Oltre al suo lavoro innovativo come compositore, Schaeffer fu anche teorico musicale e uomo di lettere, come dimostrano i suoi numerosi scritti.

Nato nel 1910, si orientò inizialmente verso studi tecnici e scientifici, lavorando come ingegnere delle telecomunicazioni e tecnico del suono dal 1934, prima di intraprendere una carriera da compositore. La sua esperienza professionale, combinata a rudimentali conoscenze di violoncello, gli permise di realizzare le sue prime opere di musica concreta, tra cui “Cinque studi di rumori” nel 1948, seguiti dalla direzione del Groupe de Recherches de Musique Concrète (GRMC) dal 1951 al 1953, che in seguito divenne il Groupe de Recherches Musicales (GRM) e si fuse negli anni ‘70 con l’Institut National de l’Audiovisuel per formare l’INA GRM.

Approfondì la sua riflessione teorica, iniziata molto presto, a scapito della sua pratica musicale, per definire la sua concezione di musica: Schaeffer riteneva che la musica occidentale si privasse di un’importante sfera concentrandosi sugli strumenti tradizionali e sulle altezze fisse dei suoni.

Il suo interrogarsi sugli strumenti tradizionali e l’esperienza di ascolto associata a Varèse, Cage e Messiaen forniscono indizi sulla sua evoluzione professionale verso la composizione e il lavoro sui suoni, che portò alla nascita della musica concreta.

Definita da Möller come “capolavoro di Schaeffer”, lo “Studio sugli oggetti” può essere interpretato come “il risultato di una ricerca sulle possibilità di addomesticamento” e costituisce l’ultima grande composizione di Schaeffer, che non dava molta importanza alla propria pratica compositiva e metteva costantemente in discussione le proprie capacità di musicista. Essa rappresenta una successione di diversi piccoli studi, dopo i quali Schaeffer abbandonò del tutto la composizione per un lungo periodo.

L’opera sostiene l’idea che debba rappresentare la conclusione della visione musicale del compositore e quindi “una rivoluzione completa del mestiere del compositore”. A tale scopo, furono utilizzati esclusivamente suoni originali, raccolti nel corso degli anni. Questi furono solo montati, miscelati e, al massimo, trasposti. Schaeffer considerava la sua composizione come un “paesaggio” in cui “gli oggetti musicali […] sono stati dispiegati per formare il materiale sonoro di base che non sarà mai tradito”.

Il solfeggio dell’oggetto sonoro

Per esigenze di traduzione, ho trascritto il testo pronunciato da Pierre Schaeffer nella registrazione di questo Prologo.
I minutaggi corrispondono agli esempi sonori. Puoi cliccare su questo link.

Qui trovi anche un filmato (in francese) in cui la compositrice Beatriz Ferreyra presenta il solfeggio degli oggetti sonori di Pierre Schaeffer, al quale ha contribuito attivamente insieme a Guy Reibel.

Podcast su Pierre Schaeffer

https://embed.radiofrance.fr/francemusique/diffusion/2745b095-f0a9-42da-9938-434b02f4ff6d

Testo completo del podcast, tradotto in italiano.

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